sabato 7 maggio 2016

Il rumore del tempo che passa

di Patrizia Fabbri e Antonio de Giovanni



"Antonio, sarai anche un medico , come dici tu, ma della vita non hai ancora capito nulla" rise lui ancora più divertito "C'è una bella differenza tra sentirsi solo e vivere solo, io non mi sento mai solo, sono sempre in compagnia di me stesso, dei miei ricordi, del mio mare e del mio sole. Anche i dolori che sente il mio corpo un po' alla volta mi fanno compagnia e mi ricordano che sono ancora vivo."

"Paura di morire solo? Quando sarà la mia ora, che io sia solo o in compagnia non cambierà nulla. L'importante è come vivi e come hai vissuto e non come muori".

lunedì 25 aprile 2016

Stupro, una storia d'amore

di Joyce Carol Oates



"Ormai hai superato tutto questo. Lo vivesti ancora per anni fino al diploma, quando lasciasti la Baltic Senior High e l'appiccicaticcia ragnatela fatta di coetanei e compagni di classe si sarebbe dissolta senza opporre più resistenza di una reale tela di ragno dalla quale avresti voluto liberarti".

"Avevi imparato che, se una cosa non viene espressa esplicitamente, anche le persone a te più vicine, quelle che ti vogliono bene, crederanno che non esista. Nel tuo matrimonio avresti coltivato questa saggezza."

"la verità non è altro che un polo di attrazione e non sempre è il più potente."


lunedì 11 aprile 2016

Storia della bambina perduta

Elena Ferrante



"Era meraviglioso valicare confini, lasciarsi andare dentro altre culture, scoprire la provvisorietà in ciò che avevo scambiato per definitivo"

"E' stato veramente difficile vivere con tuo figlio.
Non c'è uomo con cui non sia difficile"

"Mi colpì, al solito, il suo sguardo vivacissimo, l'intero organismo pareva appeso agli occhi come una vestaglia"

"E' buona regola non pretendere chissà che ma godersi il possibile"

"Quanto mi sfiniva il nostro rapporto, e quante insidie si nascondevano in ogni gesto, in ogni frase che pronunciavo io, che pronunciava lui"

"Tutto ciò che mi investiva - gli studi, i libri, Franco, Pietro, le bambine, Nino, il terremoto - sarebbe passato e io - qualsiasi io tra quelli che ero andata sommando - io sarei rimasta ferma, ero la punta del compasso che è sempre fissa mentre la mina corre intorno lasciando cerchi"

"Le leggi funzionano con chi le teme"

"Volevo che dicesse nel napoletano sincero della nostra infanzia: che cazzo vuoi, Lenù, sto così perché ho perso mia figlia, e forse è viva, forse è morta, ma non riesco a sopportare nessuna di queste due possibilità, perché se è viva è viva lontano da me, sta in un posto dove le succedono cose orribili, che io, io vedo nitidamente, le vedo tutti i giorni e tutte le notti come se succedessero davanti ai miei occhi; ma se è morta sono morta pure io, morta qui dentro, una morte più insopportabile della morte vera che è morte senza sentimento, mentre questa morte qui ti costringe ogni giorno a sentire ogni cosa, a svegliarti, a lavarti, a vestirti, a mangiare e bere, a lavorare, a parlare con te che non capisci o non vuoi capire"

"Ogni rapporto intenso tra esseri umani è pieno di tagliole e se si vuole che duri bisogna imparare a schivarle"

"Eh, disse una volta, quante storie per un nome: famoso o no, è solo un nastrino intorno a un sacchetto riempito a vanvera con sangue, carne, parole, merda e pensierini"

Verderame

Michele Mari



"Non ero forse un cultore di mostri, disposto con ogni mia fibra a farmeli amici, a capirli, ad amarli?"

"Fascisti, lumache e francesi: l'assurda collocazione di queste categorie in un'unica scala mi affascinava fino all'entusiasmo"

"Mi ripetei mentalmente che non dovevo avere paura, non dovevo avere paura, non dovevo avere paura: perché era invece avventura"

"Ecco cos'ero per lui, un ragazzino morboso.. io credevo di essere un'adolescente stevensioniano, ed ora scoprivo che da fuori la mia inquietudine romanzesca non si vedeva, si vedeva solo morbosità e rottura di scatole.. me ne andai incollerito, ma bastarono pochi metri per dire a me stesso che in fondo non era mica male, la morbosità."



Un calcio in bocca fa miracoli

Marco Presta



"Che volete che vi dica? Secondo me la vita è uno sport individuale, ognuno corre per sé. Puoi sforzarti di non fare del male agli altri (uno sforzo che qualche volta mi sono evitato) ma non devi mai illuderti di partecipare a un gioco di squadra"

"Ognuno ha i suoi dopoguerra. Dopo una malattia, una separazione, un lutto, tutti ci siamo trovati a dover ricostruire interi quartieri bombardati della nostra esistenza e senza uno straccio di piano Marshall a confortarci".

Il silenzio è la cosa più straordinaria che esista in natura, lo si può interpretare in chiave filosofica e artistica ma alla fine è costituito semplicemente dall'assenza di rompicoglioni nelle vicinanze.

martedì 15 marzo 2016

L'Esorcista

di P. William Blatty


"La presa di possesso del demone, sa dove si manifesta, Damien? Non nelle guerre, come alcuni tendono a credere, o per lo meno non tanto come sembra.. e molto raramente in interventi eccezionalmente drastici come questo.. di questa bambina, povera creatura. Il più delle volte, io ne riconosco la presenza nelle piccole cose, Damien. L'ossessione si manifesta, infatti, soprattutto negli assurdi, insignificanti rancori, nei malintesi, nella parola crudele e tagliente, che sale alla labbra involontariamente in una discussione tra amici. Tra innamorati. Se di queste piccole cose ne mettiamo insieme un bel po', non abbiamo nessun bisogno dell'intervento di Satana per fomentare le nostre guerre. Ci riusciamo da soli.. da soli.."

giovedì 25 febbraio 2016

Dopo lunga e penosa malattia

Di Andrea Vitali

Mi è piaciuto: l'ambientazione, i luoghi e le atmosfere ricreate.

Non mi è piaciuto: l'intreccio "giallo" e il colpo di scena (?) finale, veramente pessimo.

Tutto sommato, un libro che scorre via bene senza troppi problemi, ma di giallo ha veramente poco e quello che ha sarebbe meglio che non ci fosse.

Ecco una recensione che mi è piaciuta

"Guai a voler considerare questo romanzo come un giallo. E' vero, si deliena come un thriller eppure lo considero semplicemente un noir malinconico, buio, denso di nebbia. Il giallo è solo un pretesto ed il finale, poco convenzionale, ne è un fulgido esempio. Belli i personaggi nella loro staticità, altrettanto affascinanti i dialoghi secchi e l'ambientazione, dove a farla da protagonista è un lago immoto dall'ingombrante presenza. E chissà che la lunga e penosa malattia cui Vitali si riferisce non sia tanto quella del signor Luciano bensì, a ben vedere, proprio quella del protagonista..."

Trama

Sono le tre di notte del 4 novembre. Il dottor Carlo Lonati viene chiamato per un'urgenza, il paziente lo conosce bene. Attraversa sotto una pioggia micronizzata i cinquecento metri che lo separano dalla casa del notaio Luciano Galimberti, suo antico compagno di bagordi. Può solo constatarne la morte per infarto. Ma c'è qualcosa che non lo convince, e nelle ore successive arrivano altri indizi e i sospetti crescono. Il dottore non può fare a meno di indagare: vuole sapere se il suo vecchio amico è davvero morto per cause naturali. Per farlo, dovrà conquistare la fiducia della moglie e della figlia di Galimberti. E scoprire che la verità si trova forse sull'altra sponda del lago di Como. "Dopo lunga e penosa malattia" è l'unico giallo scritto da Andrea Vitali. E forse non è un caso che abbia come protagonista un medico sensibile e acuto. L'indagine è concentrata in una settimana, tra le esitazioni dell'improvvisato detective e il moltiplicarsi di tracce e confidenze, fino al colpo di scena finale.